di Canio Trione

Negli ultimi decenni la cristianità è stata bersagliata in ogni modo. Non c’è più la famiglia, se uno decide di farsi prete è visto come un tipo molto strano, si vogliono abolire i genitori, appena la Chiesa prova a dire la sua esce un qualche antico documento sui preti pedofili, un Papa ha dovuto dimettersi, i riti della settimana santa hanno lasciato il posto a quelli della pandemia, molte chiese sono divenute palcoscenici per musicanti di ogni tipo o per altre rappresentazioni,…sembrerebbe un attacco concentrico contro il quale nulla riesce ad invertire la rotta. In verità nella sua storia millenaria la Chiesa ne ha viste di molto peggiori e ogni volta sembrava fosse un attacco mortale, e invece…..

 

Dopo il sessantotto i valori e gli insegnamenti del cristianesimo sembravano ver ceduto la scena a quelli libertari che però erano voluti in chiave di negazione delle certezze secolari depositate nella memoria della Chiesa e non certo come nuove certezze; così da allora siamo andati avanti fino ai nostri giorni demolendo i plinti su cui si erano fondate le generazioni precedenti e le loro attività sostituendoli con un vero e proprio caos nel quale ognuno può “fare quello che vuole” che è divenuto il mantra che, incontrastato, giustifica ogni cosa e ogni comportamento. È la barbarie che prevale sulla civiltà.

 

In questo caos è rimasto come punto fermo inscalfibile il Natale. Pur secolarizzato, mercificato, banalizzato, rimane un punto fermo per l’intero pianeta. Molti nemici del cristianesimo hanno capito che quello è rimasto del messaggio cristiano e cercano di abolirlo in più parti ma non sembrano riuscirci. Il Natale è, prima di tutto, famiglia; è anche speranza; è anche quella parte di cultura che ha le sue radici nella storia e nei sentimenti più personali; è anche dignità nella povertà; certo però e va detto chiaramente il Natale non è “tradizione” cristiana ma è realtà odierna ed eterna della cristianità per quello che la cristianità concretamente apporta alla vita di ognuno e di tutti. In quella immagine della natalità -ma anche e soprattutto in quel modo di vivere la propria vita- c’è la essenza della cristianità contrapposta all’individualismo che è proprio di altre confessioni ed è proprio anche del materialismo economicista. In questa accezione la cristianità non è più solo la ritualità racchiusa nella messa e nelle altre funzioni religiose … ma modello di vita concreto: cioè oltre alle immagini e alle ritualità che servono a comunicare sinteticamente alle masse una intera idea e teologia molto complessa, esiste ed è connaturato alle teologie un sistema di vita e di norme che rispecchiano precisamente il nostro modello di economia e di vita. La proprietà privata è parte integrante di quel modello ed è oggi infatti sotto attacco da parte delle banche e degli stati che vogliono superare questo pilastro del modello cristiano; lo vogliono superare perché a loro serve superarlo perché la proprietà privata è parte del diritto naturale che loro vedono come il fumo negli occhi; infatti al diritto naturale di sempre e per sempre loro preferiscono il diritto positivo cioè quello scritto da loro e che loro possono creare a piacimento.

 

Quindi lo scontro è tra diritto positivo (che è emanazione del capo di turno e quindi strutturalmente autoritario) e diritto naturale che nessuno potrà mai modificare e quindi è legge anche per i capi; cioè è limite naturale al dispotismo delle elites. Il cristianesimo è anche questo: è depositario di quel diritto naturale che oggi è sotto attacco perché i potentissimi di tutto il mondo lo riconoscono come vero limite al loro spadroneggiare incontrastato.

 

È una bella iattura per il mondo economicistico attuale dover dipendere dal Natale per arrotondare e sostenere il sistema economico, ma così è. Ma fino a che esisterà il Natale, esisterà il cristianesimo ed esisterà il diritto naturale ed esisterà la speranza di arginare le arroganze dei capi. Ce la faremo!

 

Quindi buon Natale a tutti.

 


FOTO: di chandlervid85 su Freepik

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