Leva finanziaria, tassazione e distribuzione degli utili nel settore bancario Brasiliano

di Francesco Scorrano

Fonte dello studio:
Arthur José Cunha Bandeira de Mello Joia, Lucas Ayres Barreira de Campos Barros e Marcelo Daniel Araujo Ermel1. Receita Federal do Brasil, Joinville 89205-300, Brazil
2. Departamento di Contabilità e Atuária, Universidade de São Paulo, São Paulo 05508-220, Brazil; lucasbarros@usp.br
3. Centro di Ciências Sociais e Aplicadas, Universidade Presbiteriana Mackenzie, São Paulo 01302-907, Brazil; marcelo.ermel@mackenzie.br
Correspondence: arthurjjoia@gmail.com
Pubblicato: 26 settembre 2024 (https://doi.org/10.3390/economies12100263)

Prima di analizzare la ricerca, è fondamentale chiarire il concetto di leva finanziaria.
La leva finanziaria nelle banche riguarda l’uso di denaro preso in prestito (debito) per aumentare la quantità di soldi che una banca può usare per fare investimenti o prestare denaro ai clienti. È come se una banca usasse il denaro degli altri per cercare di fare più soldi, mantenendo solo una piccola parte come capitale proprio.

Immagina che una banca abbia 100 euro di capitale proprio (soldi messi dagli azionisti) e decida di prendere in prestito 900 euro (denaro dai depositi dei clienti o da altre banche). Quindi ora ha 1000 euro in totale per fare operazioni (100 euro di capitale + 900 euro di debito).
Con questi 1000 euro, la banca potrebbe concedere prestiti o fare investimenti. Se questi prestiti generano un buon ritorno (ad esempio interessi su un prestito), la banca guadagna di più rispetto a quello che avrebbe potuto con i soli 100 euro. Questo è il vantaggio della leva finanziaria: con più soldi da investire (grazie al debito), la banca può guadagnare di più.

Il problema è che, se le cose vanno male, ad esempio se i clienti non restituiscono i prestiti o se gli investimenti non vanno bene, la banca potrebbe perdere denaro. Se la banca ha preso in prestito molti soldi e le sue attività (come i prestiti o gli investimenti) perdono valore, potrebbe non avere abbastanza denaro per ripagare i propri debiti.

– Alta leva finanziaria (molto debito e poco capitale proprio) significa più potenziali guadagni, ma anche più rischi.
– Bassa leva finanziaria (più capitale proprio e meno debito) significa più sicurezza, ma meno possibilità di grandi profitti.

Analisi dello Studio
Questo studio esamina l’impatto della tassazione sulle decisioni di leva finanziaria delle banche, analizzando se la risposta della leva finanziaria delle banche agli aumenti delle imposte sia influenzata dalle opportunità di trasferimento di profitti disponibili per le singole banche. Lo studio si concentra sul periodo dal 2006 al 2017, utilizzando un approccio “difference-in-differences” basato su due aumenti esogeni delle aliquote fiscali sui redditi che hanno coinvolto 225 banche brasiliane.

L’obiettivo della ricerca è mettere in discussione la convinzione comune che la regolamentazione bancaria sia il principale fattore determinante delle scelte di leva finanziaria, lasciando poco spazio alle considerazioni fiscali, che invece sono centrali nella finanza aziendale.

I due aumenti fiscali analizzati si sono verificati in Brasile: il primo nell’aprile 2008 (un aumento permanente di 6 punti percentuali, dal 34% al 40%) e il secondo nel settembre 2015 (un aumento temporaneo di 5 punti percentuali, dal 40% al 45%). Questi aumenti hanno offerto un’opportunità unica per valutare gli effetti fiscali sulla leva finanziaria delle banche, grazie al complesso sistema fiscale del Brasile, che applica regole diverse per le singole banche rispetto ai conglomerati finanziari.

Il Brasile richiede la divulgazione sia dei bilanci consolidati sia di quelli non consolidati, il che ha aiutato i ricercatori a isolare l’impatto fiscale a livello di singola impresa.

Risultati e Discussione
I risultati mostrano risposte distinte ai due aumenti fiscali. Dopo il primo aumento, le banche hanno aumentato significativamente la loro leva finanziaria, mentre non si è verificata alcuna variazione significativa della leva finanziaria in seguito al secondo aumento. Questa mancanza di risposta al secondo aumento può essere spiegata dalla sua natura temporanea e dall’attuazione concomitante di requisiti patrimoniali più stringenti nell’ambito delle regolamentazioni di Basilea III (regolamenti internazionali sviluppati dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria), che probabilmente hanno spostato l’attenzione delle banche verso la conformità normativa piuttosto che verso i benefici fiscali.

La ricerca non trova prove che le opportunità di trasferimento dei profitti abbiano avuto un effetto significativo sul modo in cui le banche hanno risposto alle variazioni fiscali. Questo risultato è importante perché i conglomerati finanziari, in teoria, potrebbero trasferire profitti all’interno delle imprese affiliate per ridurre l’esposizione fiscale, ma tali opportunità non sembrano aver influenzato le decisioni sulla leva finanziaria in questo caso.

Nel complesso, lo studio dimostra che le banche tengono conto dei benefici fiscali nelle decisioni sulla leva finanziaria, ma queste considerazioni sono bilanciate rispetto alle preoccupazioni normative. Ciò suggerisce che, sebbene la tassazione sia rilevante per la struttura del capitale, i cambiamenti normativi, soprattutto durante i periodi di maggiore attenzione come l’implementazione di Basilea III, possono attenuare l’importanza dei vantaggi fiscali.

Pertanto, le politiche fiscali potrebbero non avere effetti uniformi nel tempo, a seconda di altre pressioni normative concomitanti. I risultati contribuiscono alla letteratura fornendo nuove intuizioni sugli effetti fiscali sulla leva finanziaria delle banche e ampliano studi precedenti applicando nuove strategie di identificazione in un contesto di mercato emergente come quello brasiliano.

Una gestione prudente della leva finanziaria è cruciale per la stabilità delle banche e del sistema finanziario complessivo. Le autorità di regolamentazione devono mantenere norme adeguate sulla leva per limitare i rischi sistemici, specialmente durante i periodi di instabilità economica. Mentre la leva finanziaria può essere uno strumento utile per massimizzare i profitti, una leva eccessiva può portare a una maggiore vulnerabilità durante le crisi. Pertanto, è fondamentale per le banche e le autorità di regolamentazione monitorare attentamente questi fattori per prevenire crisi future.

 


FOTO: di Joshua Hoehne su Unsplash

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