PugliaArTechnoVillage: industrializzare l’arte e l’artigianato pugliesi

 

di Enzo Varricchio

 

La Puglia è attraversata da un flusso mediatico e turistico senza precedenti. La sua immagine nel mondo è sinonimo di bellezza, cultura, qualità della vita. Il suo patrimonio culturale e paesaggistico e le sue eccellenze enogastronomiche sono oggetto dei desideri per milioni di aspiranti visitatori e buyers internazionali.

Che c’entra con la Puglia il famoso ragnospremiagrumi dell’artista-designer Philippe Starck?

Utensile iconico, simbolo della produzione del noto architetto parigino ma anche della capacità dell’arte concettuale di farsi oggetto utile e di consumo, percorrendo al contrario il cammino della pop art anni Sessanta (che dell’oggetto di consumo fece opera d’arte), questo spremiagrumi tanto rivoluzionario quanto sorprendentemente funzionale si dice che fu disegnato nei suoi tratti essenziali da Starck sul tovagliolo di una pizzeriadurante una vacanza al mare in Italia .

 

 

 

Queste sopra sono invece alcune opere di Peppino Campanella, artigiano e artista di Polignano a Mare, nota gemma turistica pugliese. Lampade, lampadari, piantane, sculture di vetro riciclato del maestro Campanella sono ormai diventate oggetto di culto per i visitatori italiani e stranieri, anche perché racchiudono l’essenza del mare e della luce della  cittadina che diede i natali a Domenico Modugno.

Le opere di Campanella,  dovrebbero essere serializzate, prodotte a livello industriale e commercializzate a un prezzo contenuto e accessibile ovunque a tutti, come quelle di Philip Starck. Il maestro dovrebbe essere messo nelle condizioni di avere un luogo ove insegnare alle nuove generazioni il mestiere di lavorare il vetro per l’arte, consacrando così la sua cifra stilistica  come uno dei marchi distintivi di Polignano e arricchendone l’attrattività.

Il maestro Peppino Campanella al suo tavolo di lavoro

 

Invece, questa interazione tra artista e territorio non decolla. Campanella resta un eccellente artista ma solitario, produce pochi pezzi ad un prezzo elevato, il suo atelier rischia di finire con lui e la sua arte di andar perduta.

Come lui, tantissimi altri artisti e artigiani sono amati dalla cultura alta ma sconosciuti al grande pubblico. Perché in Puglia manca una struttura  in grado di industrializzare la sua tanto apprezzata produzione artistico-artigianale.

Immaginate  di poter confezionare e commercializzare pasta, olio, vino, ciliegie, mandorle, pugliesi, utilizzando un packaging e una pubblicità studiata apposta da uno o più artisti, come ha fatto la Illy Caffè con la sua nota serie “Illy Art Collection”

Immaginate di “brevettare” i mestieri pugliesi, dando al mestiere di trullaro, ceramista, ebanista o cartapestaio, una patente o certificazione e  aiutandolo a brevettare e a insegnare una particolare metodica, trasmetterla ad allievi.

Sono solo alcuni esempi di valorizzazione dell’enorme e sottoutilizzato patrimonio di arti e mestieri  che la Puglia può vantare e che americani, cinesi, giapponesi e tanti altri stranieri vorrebbero imparare.

 Creatività – Formazione – Innovazione – Industria – Competitività sono il circolo virtuoso che la Puglia non ha ancora saputo creare nel settore culturale.

Le esperienze del movimento delle Arts and Crafts di William Morris, dello stesso Liberty, e del Bauhaus di Walter Gropius, hanno insegnato che la creatività degli artisti e degli artigiani è in grado di fornire input produttivi a industrie non solo culturali ma anche a quelle della moda, del design, della grafica pubblicitaria, dei videogiochi.

L’Agenda europea per la cultura del 2007 sintetizzò nella ormai famosa “relazione 3C(Cultura-Creatività-Competitività) i tre elementi che dovrebbero consentire all’economia europea di riemergere dalla crisi.

La “classe creativa”, teorizzata dalla scuola di Richard Florida e Yochai Benkler, è l’elite di eccellenze in grado di inventare nuove idee, nuove tecnologie, nuovi prodotti, arricchendo il patrimonio immateriale delle aziende.

Nonostante la sua importanza, la creatività è la risorsa meno tutelata, soprattutto in Italia, Paese maggiormente dotato di talenti creativi ma in cui la “sindrome di Meucci” (l’inventore del telefono che fu defraudato del brevetto da Alexander Bell), è da sempre diffusa.

Da noi, l’attività creativa non è mai stata considerata in modo esplicito un’attività industriale. Tant’è che non esiste una nozione di “industria culturale” come quella britannica o francese.

Nel paese di Dante e Leonardo gli artisti sono scissi, separati dalla società e lontani anni luce dalla realtà delle imprese, che dal canto loro sono portate a non scommettere sulle loro idee innovative. Difettano laboratori in cui imprese ed operatori culturali siano in grado di confrontarsi  assistiti dalle nuove tecnologie.

Da tempo sostengo che occorre un parco dell’innovazione, una Innovation Valley, in cui mondo della cultura materiale e mondo delle imprese potranno ritrovarsi e cooperare dando vita ad un network in grado di esportare la cultura e i prodotti pugliesi nel mondo.

PUGLIARTECHNOVILLAGE

è il nome che ho immaginato per una struttura che dovrebbe ospitare le diverse forme di cultura e di creatività per generare un processo di sviluppo economico-sociale e tecnologico basato sulla conoscenza e sulla sua libera trasmissione. Una Silicon Valley delle arti e dei mestieri pugliesi, un centro di formazione, ricerca e sperimentazione aperto alla classe creativa. Pensiamo a qualcosa che è sempre mancato … Un luogo fisico ed operativo in cui far confluire le migliori intelligenze della regione e dar vita ad un laboratorio di idee da utilizzarsi nei processi imprenditoriali e industriali.

La PUGLIA è la terra ideale per la creazione di tale laboratorio per :

  • collocazione geografica
  • qualità dell’ambiente
  • coesione e inclusione sociale
  • talenti creativi
  • risorse inutilizzate
  • capacità attrattive turistiche

PUGLIAARTECHNOVILLAGE dovrebbe essere dotato di: un Centro direzionale, una Scuola di formazione alle arti e mestieri pugliesi, un Ufficio per la promozione dei rapporti con le imprese e con i media, di Laboratori per il passaggio dall’opera d’arte e artigianale al prodotto industriale, un Ufficio legale per la contrattualistica e il diritto d’autore, una sala conferenze, laboratorio di arti visive, sala cinemateatro e spazi espositivi, Laboratorio musicale e sala di incisione, aula multimediale, Biblioteca, videoteca, emeroteca, ludoteca, Archivio e centro di consultazione, Bookshop, Coffee shop e ristorante, centro ricerche sulle nuove tecnologie applicate alle arti.

La mia, naturalmente, è solo un’idea progettuale che abbisogna di mille altri approfondimenti e azioni concrete da parte di imprese ed enti pubblici. Tuttavia, ritengo che, dal punto di vista politico, sia urgente pensare a uno strumento di sviluppo pugliese quale PugliaArTechnoVillage, confacente alla sua tradizione, alla sua cultura, alla sua identità.

 

PICS: dal sito del Maestro Peppino Campanella https://www.peppinocampanella.it/

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https://www.scriptamoment.it/author/enzo-varricchio/

 

 

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